Obblighi e procedure per la successione a causa morte

La successione Mortis Causa, e dunque la successione a causa di morte, è un istituto giuridico mediante il quale uno o più soggetti subentrano nella proprietà di un patrimonio, o di un singolo diritto patrimoniale, quando il titolare di quest’ultimo viene mancare. A disciplinare la successione è il Codice Civile che, nei suoi articoli 587 e 588, specifica la devoluzione a terzi dei rapporti patrimoniali personali (i diritti di credito) ad eccezione di quelli imprescindibilmente legati alla persona defunta, dei rapporti patrimoniali di natura reale (ad esempio il diritto di proprietà) e dei contratti in corso di esecuzione.

Se alla morte di una persona le situazioni giuridiche personali si estinguono (ad esempio, il diritto alla libertà personale e alla riservatezza), le situazioni patrimoniali continuano infatti a vivere in capo agli eredi. È questa la successione ereditaria, un istituto giuridico che prevede precise regole.

L’apertura della successione e gli eredi

Cosa fare in caso di successione ereditaria? Il primo passo è, ovviamente, l’apertura della successione. Questa avviene nel luogo in cui il defunto aveva l’ultimo domicilio, e le regole ereditarie prevedono che la capacità di succedere sia riconosciuta a coloro che sono nati o sono stati concepiti al momento dell’apertura (nella successione legittima) e anche ai futuri figli di una persona vivente (in caso di successione testamentaria).

La normativa delle successioni prevede due diverse tipologie: la successione legittima, quando la persona muore senza lasciare un testamento, e la successione testamentaria, quando un testamento è presente.

In caso di successione legittima, la legge disciplina che il patrimonio venga suddiviso tra le seguenti persone fisiche: il coniuge, a cui spetta l’intero patrimonio in assenza di altri successibili, la metà in presenza di un figlio, un terzo in presenza di due o più figli, due terzi se concorre con ascendenti legittimi, fratelli o sorelle; i figli legittimi e naturali; gli ascendenti, i fratelli e le sorelle; i collaterali. Il coniuge separato conserva i diritti a meno che la separazione non sia imputata a lui mentre, in assenza di eredi, l’eredità viene devoluta allo Stato.

Diverso è il caso della successione testamentaria. Revocabile fino all’ultimo istante di vita, il testamento contiene sia le disposizioni patrimoniali (e quindi l’indicazione degli eredi) che quelle non patrimoniali (ad esempio, la designazione di un tutore o il riconoscimento di figli naturali). Sebbene la persona possa disporre del suo patrimonio come vuole, c’è una categoria di successibili ai quali deve necessariamente attribuire dei beni: i figli legittimi e naturali.

È necessario infine distinguere tra le due tipologie di successori ammesse dal nostro ordinamento: l’erede e il legatario. Il primo è il successore a titolo universale, colui che subentra nella titolarità dell’intero patrimonio del defunto o di una parte di esso; il legatario è invece un successore a titolo particolare, che eredita un bene o un diritto di carattere patrimoniale. Ad esempio, la persona può disporre coniuge e figli come suoi eredi universali, e dispone un legato (tipicamente, un gioiello di famiglia) a favore di un altro soggetto.

Dichiarazione di Successione: sommario


Che cos’è la successione e come funziona?

La successione è l’azione con cui si trasferiscono i beni sia attivi che passivi dal defunto ai suoi eredi e, con la Dichiarazione di Successione, obbligatoria nella maggior parte dei casi, si comunica all’Agenzia delle Entrate la presenza degli eredi del soggetto defunto.

La Successione può essere:

  • Successione legittima, regolata dalla legge in quanto non c’è un testamento
  • Successione testamentaria, quando è presente un testamento fatto prima della morte

Va sempre presentato un solo modello di Successione che valga per tutti e non un singolo modello per ogni erede.

Per l’invio telematico e la compilazione della dichiarazione di successione è sufficiente che sia presente un solo erede che faccia da dichiarante (con le carte identità e codici fiscali del defunto e tutti gli eredi). Il dichiarante dovrà inoltre fornire un unico IBAN sul quale verranno addebitate le tasse di successione in una unica soluzione, per poi suddividerle eventualmente con gli altri eredi in un secondo momento.

Una volta addebitate le imposte, passeranno circa 10 giorni per ricevere il modello Glifo Successione con il quale si può sbloccare i conti correnti e titoli del defunto, presentandolo direttamente alla Banca / Posta.

Se nell’asse ereditario sono presenti degli Immobili, saranno indicati in successione e verranno “volturati” in circa 30 giorni. Con “volturati” si intende che verrà effettuata la voltura catastale degli immobili, ovvero una comunicazione all’Agenzia delle Entrate dell’avvenuto trasferimento di proprietà degli immobili.

Chi deve presentare la dichiarazione di successione?

La Successione può essere presentata da:

  • eredi
  • legatari e i loro rappresentanti
  • immessi nel possesso dei beni ereditati
  • amministratori dell’eredità
  • curatori dell’eredità giacente
  • esecutori testamentari

Va presentato un solo modello di Successione per tutti gli eredi, non una singola successione per ogni erede.

Per la compilazione della dichiarazione è sufficiente che sia presente un solo erede come dichiarante (con carte identità e codici fiscali del defunto e tutti gli eredi).

Quando è obbligatorio presentare la dichiarazione di successione? 

Se nell’eredità non sono compresi immobili o diritti reali immobiliari, e se il patrimonio del defunto non supera i 100.000 €, e gli eredi sono parenti in linea retta e/o il coniuge della persona deceduta, non c’è l’obbligo di presentare della Dichiarazione di Successione, ma è sufficiente recarsi presso la filiale della propria Banca / Posta con il certificato di morte e atto notorio per poter sbloccare il conto del defunto.

In tutti gli altri casi è obbligatorio presentare la successione.

Esempi:

  1. se la famiglia è composta dai due genitori e due figli con una prima casa dove vivono i genitori e un conto corrente inferiore ai 100.000€ cointestato ai due coniugi, e viene a mancare il padre, si è obbligati a presentare la dichiarazione di successione. Questo perchè è presente un immobile.
  2. Se invece ci fosse solo un conto corrente inferiore ai 100.000€ e l’unico erede del defunto NON è in linea retta / coniuge, quindi ad esempio un cugino, si è obbligati a presentare la successione. Quindi anche se il conto è inferiore a quel valore e non ci sono immobili, si è obbligati perchè l’erede non è in linea retta.

Quali sono le tasse da pagare per la successione?

Le tasse di successione si dividono fra quelle che riguardano le rendite conto corrente / titoli e quelle degli immobili.

Per quanto riguarda le imposte di successione sulle rendite conto corrente / titoli possiamo riassumere in questi punti:

  • 4% per coniuge e parenti in linea retta, da calcolare sul valore eccedente, per ciascun erede, di 1.000.000 di euro;
  • 6% per fratelli e sorelle, se il valore supera i 100.000 euro per ogni erede;
  • 6% sul valore totale quindi senza franchigia, per gli altri parenti fino al quarto grado;
  • 8% senza franchigia, per le altre persone.

Le franchigie si intendono per ogni erede.

Se l’erede è una persona portatrice di handicap grave ai sensi della legge n. 104 del 1992, la franchigia sale a 1.500.000€, indipendentemente dal grado di parentela. Quindi in questo caso l’erede pagherà la percentuale di tassa successione solo sull’eccedenza di 1.500.000€.

Per le imposte di successione che riguardano gli immobili, le tasse si dividono in due: imposta ipotecaria e imposta catastale.

Se è presente l’agevolazione prima casa, ovvero uno degli eredi ha la residenza in quell’immobile, si pagherà un imposta fissa di 400€ (200€ per imposta ipotecaria e 200€ per imposta catastale).

Se invece nessuno degli eredi ha la residenza le imposte di successione saranno rispettivamente del 2% e del 1% calcolati sul valore catastale dell’immobile.

Che cos’è il glifo successione?

La Successione GLIFO è la dichiarazione di successione validata e protocollata dall’agenzia delle entrate e viene rilasciata solitamente circa 10 giorni dopo l’effettivo invio del modello e pagamento delle relative imposte. Solo con il Glifo gli eredi possono sbloccare i conti correnti, titoli, libretti del defunto.

Concretamente si tratta di una pagina aggiuntiva alla successione dove è presente un QR Code che permette agli enti di riconoscerne la validità.

 

 

Che cos’è l’atto notorio per successione?

L’atto notorio è una dichiarazione rilasciata dal Comune che va ad identificare lo stato di famiglia del de cuius (defunto).

E’ un documento che serve a identificare l’asse ereditario del defunto ed è necessario come allegato per la dichiarazione di successione.

Quali documenti servono per la successione?

Specifichiamo qui l’elenco dei documenti necessari per la compilazione della dichiarazione di successione.

  • Codici fiscali e Carta identità del defunto e degli eredi (anche in pdf / copia cartacea)
  • Certificato di morte del defunto
  • Atto notorio stato di famiglia
  • Certificato di sussistenza della banca / posta (attestazione della banca dove specifica alla data del decesso quanti soldi aveva il defunto)
  • IBAN dell’erede dichiarante
  • Residenze del defunto e degli eredi
  • Testamento (se esistente)
  • Visura catastale del defunto (possiamo recuperarla direttamente noi)
  • Solo se presenti terreni edificabili, il loro valore in € al mq (reperibile presso il comune di appartenenza)

QUALI DOCUMENTI SERVONO PER LA SUCCESSIONE?


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